Saggi e Articoli sull'opera di Achille Serrao
Abito da sera a cura di M. D'Arcangelo
Ti confesso che non mi è facile parlare di questo tuo “Abito da sera” senza toccare le corde del sentimento, perché la resa del tuo lavoro è di un tenerissimo e dolcissimo afflato e tale da coinvolgere diversi moti e registri dell’animo....
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Abito da sera a cura di N. Fiorentino
L’aveva detto in quella preziosa antologia della poesia napoletana che è “Il pane e la rosa”: «Difficile, anzi impossibile concepire una storia della poesia napoletana che prescinda dalla canzone coeva: così come sarebbe inconcepibile una analisi delle linee evolutive della canzone e della poesia che non tenesse in debito conto il patrimonio del canto popolare di tradizione orale che ha lasciato tracce indelebili... La diffusione della canzone è stata fondamentale per la diffusione e la conoscenza della poesia napoletana oltre i confini municipali e nazionali»...
Critico di periferia a cura di G. Zoppelli
Achille Serrao, indubbiamente, ama le periferie, anzi potremmo avanzare la tesi che esse costituiscano una chiave interpretativa della sua avventura umana e della sua intera produzione letteraria. In realtà è la migliore avventura epistemologica del ’900 ad essersi allontanata dal “centro” del sapere e ad aver scoperto il ruolo fondamentale dei “margini”, dei “confini”, delle “frontiere”, delle “periferie” appunto, e ad averli convertiti in ricchezza conoscitiva in grado di mutare il nostro punto di vista e le nostre inadeguate prospettive...
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I poeti di Periferie a cura di N. Fiorentino
Lodevole iniziativa quella di ripubblicare in volume le note critiche del Direttore apparse in Periferie nell‟arco dell‟ultimo decennio. Lodevole perché ora si può ammirare sincronicamente il panorama poetico che nelle letture scandite dai vari tempi della rivista appariva come un mosaico dalle tessere belle, sì, e preziose in se stesse ma scombinate e sparpagliate...
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Intervista di A. Buonocore
Durante il lavoro di tesi ho avuto modo di entrare in contatto, a mezzo di posta elettronica, con il poeta Achille Serrao che ringrazio per la sua cortese disponibilità. Ad alcune domande il poeta ha di recente risposto. In questa “appendice” alla tesi riporto le parti essenziali del nostro dialogo epistolare.
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Disperse di Serrao a cura di N. Fiorentino
Al volumetto di poesie in dialetto campano (dell’area casertana) Disperse di Achille Serrao, apparso quest’anno nelle edizioni “I libri del Quartino” di Ettore Baraldi in Albenga, è stato assegnato il Premio “Giovanni Pascoli”. La Giuria che ha prescelto il libro era composta da: Andrea Battistini (Presidente), Franco Brevini, Gualtiero De Santi, Claudio Marabini, Piero Meldini , Gianfranco Miro Gori e Susanna Calandrini (Segreteria). Il premio è stato conferito con la seguente motivazione: “ Il volumetto Disperse conferma il percorso creativo del miglior poeta napoletano vivente...
Disperse a cura di C. Siani uscito sulla rivista di Roma Il 996, settembre-dicembre 2008
È una plaquette di sole sette poesie in dialetto, che l‟autore ha voluto indicare come “disperse”, in una serie piccola e preziosa, I trenta esemplari, “offerti” da Ettore Baraldi, come recita l‟intestazione di collana, che raccoglie nomi consolidati nella neodialettalità – Civitareale e Rosato, Giannoni e Pinaffo, lo stesso curatore di collana, Marciani e ora Serrao, ed è ancor più impreziosita dai vividi schizzi di Lia Cucconi, compagna di vita del curatore di collana, e poetessa lei stessa
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Disperse a cura di M. Di Sabato
Questa plaquette minima di Achille Serrao è solo un anticipo o assaggio d’una raccolta più ampia a cui l’autore sta lavorando. Definendola “minima”, non ci riferiamo solo al formato del volumetto – un 11x15 di una collanina preziosa curata da Ettore Baraldi –, ma anche al quantità del contenuto: solo sette poesie, accompagnate da vividi schizzi di Lia Cucconi. Ma se minima è la misura, non così la qualità.
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Intervista di Farabbi
Achille Serrao è nato a Roma, dove risiede, nel 1936 da genitori campani. Da anni affianca all’impegno della scrittura inventiva quello di cultore di musica popolare e di teatro. Di prossima uscita un suo disco “attempato” (l’unico da vantare dopo numerosi tentativi) di serenate (romane e napoletane), una non casuale combinazione di poesia e canto che bene evidenzia la inclinazione dell’autore verso le cose-eventi del passato, al quale ha da sempre affidato il suo tremebondo consistere per una migliore comprensione del presente...
Per Serrao di A. De Simone
L’incipit di questo nuovo libro di Achille Serrao è davvero singolare. L’autore parla di “testimonianze di lettura”, di “note e noterelle”, di “approccio ai testi non sempre cauto”, di “una generosa ingenuità”, e “su tutto”, di “un sufficiente grado di immedicabile fantasia”. Così facendo, egli traccia in poche righe, con estrema umiltà, il ritratto di un intellettuale fuori dagli schemi, di un critico generoso, di un poeta ricco, ricchissimo di immaginazione...
Saggio su Achille Serrao di A. De Simone
Ho accettato la sfida, mi sono fatta coraggio e passando attraverso quelle fenditure e oltrepassando quei dirupi, sono entrata nell‟universo poetico di Achille Serrao, che è autore di poche bellissime poesie, apparse in plaquettes oggi introvabili, di prose, di antologie della poesia in dialetto e di numerosi scritti sui poeti, riuniti recentemente in Poeti di periferie (Roma 2009). Molto più di una raccolta di recensioni: uno sguardo d‟autore, acutissimo e sempre vigile...
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Il Pane e la Rosa di A. Serrao a cura di M. Di Sabato
L'impresa di Serrao ha ambizioni storiche, perché in poco spazio abbraccia ben cinque secoli, e giunge fino alla contemporaneità “neodialettale”, aggiornando in tal modo i repertori precedenti. I testi selezionati sono tratti in parte da questi repertori, ma in gran parte anche dalle edizioni delle singole opere d'autore...
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Disperse a cura di M. Marciani
testo critico pubblicato su tre riviste, di cui due on-line ( i riferimenti a fondo pagina) ed una cartacea, "Polimnia"
Con questa rastremata raccolta di versi (appena sette testi, di densa concentrazione lessicale e sonora) Achille Serrao torna a proporre gli struggenti temi della partenza e del ritorno, dell'animismo delle cose, dell'approdo domestico, dell'alternanza di luce ed ombra, del paesaggio brullo eppure addolcito da sciami di bimbi, della preghiera che tenta di scuotere abitudini e inerzie...
Nel nome del padre a cura di R. Pagan
Giusto una cinquantina di poesie1 , distillate con l‟anima, riviste corrette limate. Traghettate da un libro all‟altro con la sospensione emotiva e la cura amorosa con cui si maneggia una reliquia. Perché reliquie sono, nella propria vita spirituale, quasi offerte in pegno ad antichi lari, queste poesie di Achille Serrao in dialetto campano rustico...
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Per A. Serrao su "Natale..." a cura di D. Alvino
L‟anafora “Natale, sì...” ricorda, anche nel ritmo, un incipit di Munasterio ‘e Santa Chiara (“Paura, sì...”), la canzone di M. Galdieri che canta il conflitto tormentoso tra desiderio e paura (di un emigrato, s‟immagina) di tornare in una Napoli che, gli dicono, è cambiata, non è più quella di una volta, ed è cambiata in peggio, per esempio nel cuore delle donne, divenute incapaci di fedeltà e dedizione... Prima, perduto un amore, si chiudevano in convento e si votavano a Cristo, mentre adesso, di uomini ne hanno centinaia di riserva e subito ne fanno rimpiazzo...
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Saggio su "Cecatella" a cura di M. Fregni
Nasce una profonda attrazione, un richiamo carico di echi e rimandi, dalle poche ma intense pagine di questo libro. Un richiamo a cui chi legge e scrive poesia non può sottrarsi, perché intessuto sia dall‟intensità tematica di queste liriche, (l‟intrinseca capacità di essere e significare nel mondo di queste parole), sia dalla bellezza dello strumento che le sorregge...
Serrao "Abito da sera" a cura di D. M. Pegorari
L’itinerario artistico di Achille Serrao ha qualcosa di assolutamente unico nel panorama della neodialettalità: la sua riscoperta matura del dialetto napoletano di famiglia, insieme con quello romanesco di nascita e residenza, sono valsi per lui come un antidoto alle soluzioni troppo algide della scrittura d’avanguardia alla quale si era educato...
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Serrao su " 'A casarella..." a cura di D. Alvino
Ché lo si vede nelle storie il poco della Terra, e poi quello dell’esistere è sempre un poco appetto a un possibile illimitato, fuori del quale si resta...
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per Achille Serrao su "Natale..." a cura di L. Bressan
Secondo la lettera autobiografica e l'arte, Achille Serrao risulta essere un “Romano de Napoli”, nato e vissuto fuori casa; il suo nostos una condizione ereditata; la sua lontananza, interrotta in gioventù da prolungati ritorni, riconosciuta e man mano accolta come metafora della vita. La sua storia poetica, che egli riepiloga come “sta mappetélla „e viérze senza quàteno” nello struggente Natale, per Maria, deve avere avuto il suo concepimento in un'antica scaturigine del linguaggio dalla luce cangiante della visione, oltre le cave di silenzio disseminate da una sorte millenaria
per Achille Serrao su "Natale..." a cura di N. Fiorentino
Di tanto in tanto rileggevo la tua poesia dedicata a Maria.
No, non mi va di fare un discorso impegnato. Andrò
sfarfalleggiando e, se mi vuoi seguire nei miei sbandamenti da marinaio sulla tolda di una nave, bene; altrimenti i miei scarabocchi verbali buttali nel cestino.
Quel napoletanissimo sì (di Natale, sì,)...
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Da "Pagine" n.61, aprile-luglio 2010, Poeti di Periferie a cura di N. Di Monte
Franco Brevini, ne La poesia in dialetto dalle origini al Novecento (collana I Meridiani,
Mondadori 1999), del secolo scorso antologizzava i poeti nati prima del 1940 e di altri,
esclusi per ragioni anagrafiche, presentava una panoramica nell’introduzione al terzo
volume. Considerando che l’"officina della poesia dialettale è in pieno fermento e,
contro ogni previsione, anche le giovani generazioni sono attive”, Brevini suggeriva, a
chi volesse farsene un’idea, di “scorrere l’informatissima antologia Via terra allestita da
un profondo conoscitore come Achille Serrao”...
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Poeti che leggono poeti, rassegna dell'Otto-Novecento a cura di N. Di Monte
La pubblicazione curata da G. Scalessa (Edizioni Cofine, Roma 2005) raccoglie gli interventi tenuti
presso l’Università di Roma Tor Vergata, nell’ambito di un progetto congiunto del Laboratorio
“Milla” (Scritture Letterarie per le Scene dello Spettacolo – Sezione Poesia e Musica) e della
rivista Periferie, con l’obiettivo di proporre in un modo più coinvolgente la tradizione poetica
italiana agli studenti del corso, che da queste lezioni sono poi partiti per “rileggere, interpretare e
tradurre i poeti fin qui analizzati, in una sorta di spettacolo, in cui la poesia fosse protagonista”.
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Achille Serrao, la fase finale della sua poesia a cura di N. Fiorentino - Rivista italiana di letteratura dialettale- 2013
Una cronistoria di come si siano evolute le poetiche serraiane è stata più volte tracciata dalla critica...
Presentazione di "La Soglia" di N. Fiorentino, 16 giugno 2013
Qualche tempo prima di morire, in una delle nostre frequenti
telefonate, Achille si doleva di avere una produzione poetica
in dialetto piuttosto esigua. Aggiungeva, poi, che rivisitando i
suoi testi in lingua, ne aveva trovati alcuni niente male. Disse
così, testualmente. E non saprei dire ora se a quel tempo
avesse maturato la decisione di offrire un altro omaggio ai
suoi lettori: omaggio che poi si sarebbe rivelato l’ultimo...
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